Guida all’immaginario nerd

8i61y53È uscito da qualche settimana, per i tipi di Odoya, Guida all’immaginario nerd, un tomone di oltre trecentocinquanta pagine a colori dedicate al mondo nerd all’interno del quale ho avuto il piacere di curare la sezione dedicati ai nerd informatici.
Con me ci sono Jacopo Nacci, Alessandro Lolli, Irene Rubino, Gregorio Mangini, che si occupano di tutto il resto di questo immaginario: manga, supereroi, sesso, femmine, librogame, videogiochi, gadget, dottori, fiction e molto altro ancora.
Ora, sarò onesto: il mio contributo al libro non è asettico. Ho iniziato a scrivere diverse volte il libro cercando di fare una disanima del nerd informatico in maniera scientifica, razionale, pragmatica. Non funzionava.
Alla fine ho rotto un po’ di quella corazza nerd che si era creata negli anni e ho aperto tutto quello che sentivo dentro, che avevo vissuto dentro. Ho cercato di fare uscire le emozioni di chi, negli anni ottanta, si è scontrato con l’arrivo di questo mostro meraviglioso che ci circonda e che ne è rimasto innamorato, preso. Home Computer, Videogame, Itapac, Modem, MUD, Text Adventure, BASIC: tutti i simboli di quello che stava modificando il mio immaginario ragazzino e che oggi è vocabolario comune. Non si tratta di nostalgia, ma di identificare i punti che hanno portato oggi ad avere altre cose emozionanti e belle: coding, coderDojo, Arduino e una nuova arte per raccontare cose, il videogame e la letteratura elettronica che sono così potenti da influenzare altri media storici, come il cinema e la fiction in streaming.
Insomma, è un testo a cui tengo particolarmente e che consiglio tanto a chi abbia vissuto quegli anni quanto a chi invece fosse arrivato dopo e volesse rivederne la lucentezza, le scintille.

E sempre su questa scomoda posizione, quella di aver vissuto quegli anni, di averne in qualche modo introiettato i valori (valori?) ed essere oggi un uomo con tanto di prole, ecco uscito ieri un mio articolo polemico su Esquire italia. Il titolo è Cosa succede a un nerd che diventa padre. Ecco, anche in questo caso ho iniziato a scrivere un pezzo pensando di fare una cosa divertente e geek ma in fase di scrittura – di nuovo – ho sentito dentro qualcosa che si rompeva. Ho tirato fuori allora i dubbi di chi è padre e vede i figli che gli rassomigliano, che prendono cose da quei maledetti anni ottanta e si chiede se sia davvero una cosa sensata.
Buona lettura.

14. marzo 2019 by fabrizio venerandi
Categories: digitale & analogico, Interactive Fiction, Programmazione, videogame | Leave a comment

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