La mia tastiera preferita


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Ho già scritto diversi post sull’argomento, ma di tanto in tanto qualcuno mi chiede quale sia la mia tastiera preferita.

Devo fare una premessa: come scrittore io scrivo con qualsiasi cosa. Tastiere a membrana, meccaniche, scissor, farfalla, note vocali, qualunque cosa che produca testo ad un certo punto finisce sotto le mie dita in un momento in cui ho bisogno di scrivere e ci scrivo, adattandomi alla tecnologia che sto usando, buona o cattiva che sia. E mi rendo anche conto che variare tastiera fa bene. Passare dalla scissor del macbook, alla meccanica del desktop, scrivere una nota al volo con un touch e via dicendo permette di non fissarsi con un solo meccanismo e di non creare poi patologie particolari quando ci si trova in ambiente ostile. Il mondo è un ambiente ostile, pieno di meccanismi che non sono la perfezione a cui noi tendiamo. Possedere qualcosa di perfetto, tecnologicamente perfetto, può essere un problema perché ti vizia e ti rende faticoso usare cose mainstream. Si rischia di cadere nello snobismo tecnologico.

In realtà non ho una tastiera preferita, ma ho un tipo di tastiera con cui mi trovo bene. Nel mio caso, la mia tastiera perfetta è una tastiera compatta, senza tastierino numerico, con tasti meccanici rumorosi. Il meccanismo con il quale mi trovo meglio è quello dei Cherry MX Blue, che ho usato per molti anni con la mia SMK-88, ma recentemente ho provato anche cloni cinesi della Cherry MX Blu che sono più che dignitosi, come i Gateron della tastiera che sto utilizzando in questo periodo.

Quello che mi piace di questa tastiera è il rumore che mi dà la certezza di aver premuto il tasto. Spesso scrivendo mi accorgo di aver fatto un errore di battitura, non perché lo abbia letto sullo schermo, ma perché ho sentito che nel suono qualcosa non andava bene: avevo premuto un tasto in più o me ne ero perso uno per strada. Questo rende la mia scrittura più precisa. La seconda cosa che apprezzo di questo tipo di tastiere è che il tasto meccanico non richiede una forte pressione: una volta presa confidenza con la tastiera è sufficiente premere solo parzialmente i tasti per scrivere, senza essere costretti per forza ad arrivare a fine corsa. Questo rende la scrittura più rapida e piacevole, meno stancante.

La meccanica rumorosa ha però un difetto: fa rumore. Se si è persone che hanno rapporti sociali con terzi, questo può essere un problema. Non tutti – pare strano a dirlo – apprezzano di stare nella stessa stanza nella quale qualcuno sta scrivendo freneticamente con una tastiera meccanica Cherry MX Blue, specie se questo qualcuno è tuo marito.

Scrivere, è bene ricordarlo, è una attività che disturba.

Il mio consiglio è di provare una di queste tastiere prima di acquistarla. Se un tempo questo consiglio sarebbe stato impensabile perché nessun negozio le aveva a disposizione per il pubblico, recentemente mi è capitato di vederne diverse anche nei grandi magazzini tecnologici, spacciate come tastiere per giocare. Siano benedetti i videogiochi e i nerd: questo mercato ha sdoganato un prodotto che – sarà anche utile per giocare – ma è altrettanto importante per chi usa la tastiera per quella cosa ammantata di nobiltà che è la scrittura.

23. gennaio 2020 by fabrizio venerandi
Categories: digitale & analogico, Programmazione | Leave a comment

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