Eadem sed non eodem modo fare (aka “della generative music”)

Una delle cose che mi ha più affascinato nell’ultimo decennio, nel mondo della musica elettronica, è stato l’esperimento di Gwilym Gold, Tender Metal: un album di musica pop/elettronica basato sulla mai decollata tecnologia Bronze, con la quale un brano ri-arrangia se stesso ogni volta che viene eseguito.

Le canzoni sono sempre le stesse, ma non si ascoltano mai nello stesso modo. Per dirla con Seneca, “Eadem sed non eodem modo facere”.

Tender Metal è stata una delle ispirazioni dirette di alcune sezioni delle mie Poesie Elettroniche.

Ieri ho preso un iPad ottava generazione per riscaricare la App e riascoltarlo e ho scoperto – con un po’ di delusione – che l’App era scomparsa e che non c’era più modo di ascoltare l’album.

Delusione durata poi poco perché – per caso devo dire – sono finito in una pagina (credo non aperta ufficialmente al pubblico perché non trovo nessun modo di arrivarci con un percorso intelligente) in cui tutto l’album è ascoltabile in rete con le stesse caratteristiche rigenerative dell’App di iPad.
Metto qua il link per chi volesse provare: il tasto Regenerate fa partire la musica. O la fa ri-partire, con qualche strumento diverso, arrangiamento differente, microvariazioni.

Temo che prima o poi verrà rimosso anche questo link, quindi: carpe diem e buon ri-ascolto.

27. novembre 2020 by fabrizio venerandi
Categories: digitale & analogico, electronicPoetry | Leave a comment

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