Alcuni bagliori e ombre dalla periferia dell’EPUB3

Schermata 2015-05-26 alle 11.28.08 Nonostante l’incertezza con cui l’EPUB3 conduce la sua marcia scoordinata, appare uno dei pochi animali marcianti nel mondo della tipografia digitale off-line. E i risultati, non definitivi ma interessanti, che si ottengono sui lettori EPUB3 e-ink mostrano che una parte sostanziosa delle specifiche potrebbero essere utilizzate anche fuori dal mondo multimediale dei tablet. Ieri in particolare mi sono scontrato contro una specifica che Adobe Digital Edition diceva di aver supportato in ADE 4.0, e che nei miei test non dava segno di vita: quella relativa ai Canonical Fragment Identifier, una parte dell’EPUB3 poco conosciuta ma molto interessante per poter navigare, definire e selezionare zone di ebook (in teoria anche esterne all’ePub di partenza). In pratica invece che linkare ad un semplice identificativo posto in un file, si costruisce tutto un percorso di nodi partendo dal package e dalla sua spine, fino ad arrivare a selezionare un paragrafo, un singolo lemma, una zona di un video o qualsivoglia cosa sia inserita nel nostro ePub. Adobe diceva di averla introdotta con la versione 4 del suo lettore ebook, ma i miei test continuavano a fallire finché non ho scoperto quello che a me pare un bug anche abbastanza consistente. In pratica se il file da cui parte il link al package è salvato nella cartella in cui risiede il package stesso, Adobe Digital Edition cerca il package fuori dall’EPUB3. Lo va a cercare in una cartella script all’interno dell’applicazione Adobe. Detto in parole ancora più semplici: se in un file xhtml facciamo partire un link CFI al package e il package è nella stessa cartella dove c’è il file xhtml, Adobe Digital Edition cerca il package dentro se stesso. E non lo trova, ovviamente. Potrei fare alcune battute sul fatto che Adobe cerchi una risposta dentro di sé e non la trovi, ma mi astengo. Posizionando package e file xhtml in due cartelle diverse i CFI sembrano effettivamente funzionare. Nel momento in cui scrivo le applicazioni che supportano i CFI, anche solo parzialmente, sono poche. Non lo supporta Ibooks, non lo supporta Azardi. Bene invece Readium e derivati; Adobe Digital Edition e Gitden Reader. In prospettiva è una specifica importante per la gestione di note e annotazioni su testi statici e potrebbe essere (il condizionale è d’obbligo) uno strumento per avere annotazioni che seguano l’ebook nei suoi spostamenti.
Anche se…Anche se non è detto che i CFI siano lo strumento più adatto per aggiungere annotazioni al documento originale. L’inserimento di nodi all’interno di un testo andrebbe infatti a modificare la struttura della DOM, e quindi altri CFI che puntassero a elementi interni alla pagina punterebbero a punti errati del testo. Più facile pensare che i CFI possano essere usati per far puntare note e annotazioni ad un determinato punto del testo che resterebbe però intonso per non variare la struttura della DOM: la visualizzazione delle note sarebbe quindi di gestione del lettore ereader e lo stoccaggio delle stesse avverrebbe in luoghi diversi rispetto alla pagina puntata. Un po’ come avviene oggi con i media overlay e lo SMIL. Stiamo comunque parlando di testi statici: se si costruiscono testi in cui il lettore ha la possibilità di aggiungere o contrarre nodi della pagina in fase di lettura, temo che anche le CFI non sarebbero più utilizzabili. Ma andiamo un passo alla volta: le specifiche per le annotazioni sono ancora da venire.
Altro punto borderline dell’EPUB3 è quello del localstorage, una modalità di registrazione variabili via javascript. Si tratta di un giro di boa importantissimo per la costruzione di testi nativamente digitali e che non abbisogna di nessuna multimedialità. Il localstorage è la possibilità introdotta in HTML5 di salvare valori che rimangono salvati e legati all’ebook anche dopo che l’ebook viene chiuso. Ebbene, le ultime versioni di Ibooks lo hanno finalmente reintrodotto. Evito di spellarmi le mani per la gioia, perché già in passato era successo: da Apple non abbiamo roadmap né tantomeno una mappatura chiara di cosa viene supportato in Ibooks e quando, non mi stupirei quindi di vedere localstorage risparire domani; ma oggi c’è sia nella versione desktop che nella versione mobile. Perché sia importante è presto detto: aumenta esponenzialmente la possibilità di adattare e personalizzare il testo a seconda delle esigenze di chi lo sta leggendo, variare i contenuti, includere gaming a medio lungo termine e tante altre cose. Che Ibooks lo supporti è buona cosa, ma perché si possano costruire testi deve aumentare la base di applicazioni che facciano la stessa cosa: Azardi supporta il localstorage; Adobe Digital Edition e Readium (!) non lo supportano; Gitden Reader su Android lo supporta finché non si riavvii il tablet. La periferia dell’EPUB3, meno visibile rispetto alle animazioni in fixed layout, è in continuo, lento fermento. Ultima cosa: un reminder. Sabato e domenica prossimi a Cologno Monzese, terrò un corso di ebook base, per il quale, ad oggi ci sono ancora alcuni posti liberi. Se vi interessa fatevi sotto. Prometto solennemente di non parlare di CFI e di localstorage.

26. maggio 2015 by fabrizio venerandi
Categories: ebook concetti generali, ebook news, EPUB3 | Leave a comment

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