La letteratura elettronica che non leggeremo mai (più)

Qualche giorno fa parlavo con una studiosa di letteratura elettronica che mi chiedeva se conoscessi esempi pertinenti per gli anni ottanta. In un anfratto della mia memoria, ricordo che una grossa casa editrice aveva pubblicato una serie di libri a cui erano allegati dei floppy disk da cinque e un quarto da usare con l’Apple II.

Cerco in rete per darle qualche riferimento.
Niente.

Cerco di ricordare il titolo almeno di uno, era qualcosa che riguardava i labirinti. Niente.

Alla fine mi viene in mente che avevo trovato tempo addietro una reclame nella seconda di copertina del primo numero di Applicando, ne avevo fatto anche uno screenshot.

Lo cerco, so di averne una copia.

Due giorni a cercarlo, poi lo ritrovo.

Apro, e c’è la pubblicità. Finalmente i dati. “Daedalus” di Paolo Schgor era quello che avevo usato all’epoca, ma ce ne sono altri, anche di saggistica, tutti editi da Mondadori.

Con i nuovi dati cerco in rete, cerco nel catalogo nazionale.

Niente.

Questa collana di libri elettronici, edita da Mondadori nel 1983, è svanita da ogni radar storico. Me ne ricordo io, pare, e basta. Si trattava probabilmente più di applicazioni, programmi, che di ebook, ma il fatto che Mondadori li definisse libri elettronici è comunque un fatto importante a livello editoriale e di percezione del prodotto culturale, anche quando software. Il problema è un altro.

Nessuno sta prendendo traccia seriamente della letteratura elettronica, che sta letteralmente scomparendo nel nulla. Le prime due interactive fiction a cui abbia mai giocato sono perse, forse esiste ancora la mia copia in un museo del centro Italia, ma in rete non c’è nulla. Gli altri MUD nati nel periodo di Necronomicon su Videotel: non ne rimane niente. La conservazione di queste opere è delegata alla buona volontà di qualche appassionato o alla perseveranza degli stessi inventori, a trenta, quaranta anni di distanza dalla creazione della loro opera.

Si stanno cancellando per incuria e miopia decenni di sperimentazioni, letteratura, programmazione, videogiochi, cultura che invece dovrebbero essere preservati, come si preserva un raro tomo cinquecentesco.

È un paradosso che proprio il mondo digitale, indicato da molti come ambito privilegiato per la conservazione, viva questo costante pericolo della distruzione e della sparizione intellettuale.

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13. maggio 2018 by fabrizio venerandi
Categories: digitale & analogico, ebook concetti generali, videogame | 1 comment

One Comment

  1. Ciao Fabrizio,

    Mi è successo qualcosa di analogo nel software di editing musicale.
    Fa niente.
    Non importa ora andare a cercare le possibili colpe (di Mondadori in questo caso), dei meccanismi della poca memoria del web, in generale.

    La creatività, deve surfare sopra le onde tecnologiche, che hanno rapida obsolescenza, svanendo nel mare calmo infine.

    Lo stesso libro elettronico sta rapidamente evolvendo. La letteratura deve essere multimodale (per dirla alla google…).

    my two cents :)
    giorgio

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