Progetto “nuova scuola”

Nella prima fase della nuova scuola si passerà da una lezione frontale a una lezione metamorfica in cui studente e oggetto di conoscenza si compenetreranno fino a perdere la distinzione – anche organica – tra discente e docente.

Tra gli innovativi organi interni interessati alla nuova didattica, il deleuterio, lo sciammatico e la frontaiosa. La progressione sarà armonica a partire dalle prime file, più ricettive, a proseguire poi verso il fondo.

studenti che lentamente metamorfizzano

La seconda fase della nuova scuola prevede una trasmutazione completa del discente, individuale e unica. Sarà compito del docente assicurarsi che non crescano all’interno della stessa classe forme organiche predatrici e forme organiche prede, per evitare spiacevoli assimilazioni di gruppo, complesse poi da giustificare davanti ai rappresentanti dei genitori.

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È successo (e sarebbe da evitare) che un mancato controllo delle metamorfosi di classe portino alla creazione di un artefatto centrale, dove il composto organico viene assemblato in maniera concreta utilizzando anche geometrie non euclidee, spesso con l’assorbimento anche del docente che avrebbe avuto sorveglianza della classe.

Oltre ai prevedibili problemi di ordine burocratico che il nuovo nucleo-classe comporta (un voto collettivo all’intero composto? davvero?) ci sono poi comprensibili lamentele anche dal personale ATA alle prese con oggetti che – sfuggendo alla geometria euclidea – richiedono tempo lunghissimi per la pulizia e il riordino.

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Parallelamente al modello nuova scuola, verrà mantenuto come falso cieco anche il tradizionale modello di scuola basata su didattica frontale. Per motivi deontologici e per un importante risparmio delle risorse ministeriali, sia docenti che studenti saranno però sostituiti da cartonati bidimensionali in bianco e nero.

Recenti studi dei rilevamenti PISA mostrano infatti che l’uso degli studenti in cartonato al posto di quelli reali non porta in realtà a curve di divergenza rilevanti.

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15. dicembre 2023 by fabrizio venerandi
Categories: chatGPT, Pagine di letteratura elettronica, Scuola | Leave a comment

[Le forchincastro risbarcano a Genova]

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06. dicembre 2023 by fabrizio venerandi
Categories: in tour | Leave a comment

Nuovo corso di letteratronica! (e nuovo ebook)

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grafico di una interactive fiction Sta per partire il nuovo laboratorio di Letteratronica: un viaggio all’interno della letteratura elettronica, specificatamente quella che usa l’interattività, anche ludica, per raccontare delle storie. Parte delle lezioni saranno online in asincrono e parte invece attraverso incontri serali in videoconferenza. Due novità di quest’anno: ci si può iscrivere usando la carta docenti (se siete docenti); allegato al corso c’è anche un ebook scritto dal sottoscritto che parla appunto di letteratura elettronica, andando ad analizzare il mondo dei videogiochi con tematiche adulte.

I posti sono contati e – mi dicono – in esaurimento. C’è tempo per iscriversi fino al 10 novembre.

Qua trovate dettaglio del programma e tutte le informazioni per l’iscrizione.

Spread the voice!

02. novembre 2023 by fabrizio venerandi
Categories: Interactive Fiction, videogame | Leave a comment

Venerandi a FLAP!

[memo: domani a dio piacendo sarò a Pescara a Flap a parlare con Michele Piciocco di quello che faccio con i versi: voci suoni immagini codice luci illusioni vettori font: ci saranno anche un sacco di miei libri di carta, il mio odore di persona, spero di balbettare mentre parlo, rovinare a terra tra il pubblico, agitare la mano verso il cielo, mandare gemiti estremi, lasciare finalmente il segno, per terra, di bile]

[memo: domani a dio piacendo sarò a Pescara a Flap a parlare con Michele Piciocco di quello che faccio con i versi: voci suoni immagini codice luci illusioni vettori font: ci saranno anche un sacco di miei libri di carta, il mio odore di persona, spero di balbettare mentre parlo, rovinare a terra tra il pubblico, agitare la mano verso il cielo, mandare gemiti estremi, lasciare finalmente il segno, per terra, di bile]

06. ottobre 2023 by fabrizio venerandi
Categories: Il muscolo della poesia | Leave a comment

[la battaglia di Lepanto]

Arazzo della battaglia di Lepanto

Arazzo della battaglia di Lepanto

Sono qua che guardo l’arazzo della battaglia di Lepanto, poco fa sono uscito di casa per la prima volta dopo una settimana e mi sono seduto nella sdraio nel giardino fuori di casa e avevo con me due libri di antologia e un terzo era nell’ebook reader. E ho letto e quando non ce la facevo più, chiudevo il libro gli occhi e dormivo.

Poi mi svegliavo, sentivo il sole caldo su di me, riprendevo a leggere. Leggevo gli stessi passi in antologie diverse per confrontare le spiegazioni, capire le scelte che stavano dietro agli autori. E ho pensato a quante antologie ho letto nella mia vita. Quelle scolastiche che divoravo di nascosto alle elementari e alle medie, quelle pesantissime che avevo al classico e che ho buttato qualche lustro fa, che avevo riutilizzato anche all’università, quelle di mia moglie che ho usato per la preparazione agli esami per l’insegnamento, quelle grigie del materiale e dell’immaginario e che mi avevano stupito per la geografia delle scelte e dei percorsi, e le tonnellate di quelle che mi trovo a usare in classe oggi, tutte colorate, box dappertutto, piccole figure di quadri a riempire gli spazi.

E poi i romanzi, i poemi, le sillogi, i manuali di letteratura italiana, greca, latina, le introduzioni alla metrica italiana, alla lingua italiana, alla letteratura teatrale, alla drammaturgia greco romana, le versioni di greco e di latino, i pacchi di carta delle economiche che ho divorato diligentemente per decenni e decenni, gli ebook immateriali, gli autori contemporanei e tutto questo corpo nervoso che è la voglia di usare un sistema nato per memorizzare anfore e vasi e mucche e capre, usato per memorizzare l’inesistente, il sogno, la speranza, il crollo e l’amore.

Tutta questa roba che mi porto dentro e che fa parte anche del mio pensare quando parlo, quando emergono, come zattere, lemmi, figure retoriche, modi di vedere e di considerare il mondo e so che questo impasto a volte lo spezzo, a volte lo assecondo, a volte lo maledico e cerco di uscirne come si esce da un naufragio.

E tutto questo groviglio, visto da una certa distanza, è computabile. È storia millenaria di frottole e verità intrecciate e c’è un algoritmo dentro che pulsa e si rilascia, senza calore, un muscolo freddo capace di generare ancora per sempre e innovare per la fame predatoria che abbiamo, quella intellettuale, di ghermire le prede e mostrare i rapidi denti della nostra intelligenza, prima che sparisca.

Così alzo la testa e guardo ancora l’arazzo della battaglia di Lepanto e penso agli identici algoritmi che l’hanno generata pochi secondi fa con dall-e.

29. settembre 2023 by fabrizio venerandi
Categories: digitale & analogico, Il muscolo della poesia, Scuola | Leave a comment

Fotoromanzi generativi

Oggi parliamo di internet e come funziona

Oggi parliamo di internet e come funziona

Ho creato una pagina che raccoglie i fotoromanzi a cui ho lavorato in questi mesi usando un’IA generativa di immagini. Sono tutti leggibili gratuitamente ed è possibile sostenere il progetto per ulteriori sviluppi.

Tutto in questa pagina.

Buona lettura e spargi la voce, grazie!

26. agosto 2023 by fabrizio venerandi
Categories: Fumetti | Leave a comment

La fragilità del cloud

tweet di Suunto che mi dice che il mio orologio ha perso funzionalità

tweet di Suunto che mi dice che il mio orologio ha perso funzionalità

A gennaio, mentre cercavo di raggiungere mia figlia terzogenita che faceva calcio, ho messo male il piede e mi sono rotto qualche osso del metacarpo (o giù di lì) restando poi semi-immoblizzato a letto per due mesi e mezzo buoni. Sto ancora facendo riabilitazione e ieri – coordinato dal mio fisioterapista – ho fatto la prima corsa programmata, due minuti di corsa, uno di camminata e poi ancora due minuti di corsa, uno di camminata e così via per quindici minuti.
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21. luglio 2023 by fabrizio venerandi
Categories: digitale & analogico, Mercato del lavoro, Programmazione | 1 comment

Tra le cose emerse nel workshop di scrittura e intelligenza artificiale ad Ancona

Tra le cose emerse nel workshop di scrittura e intelligenza artificiale ad Ancona: Continue Reading →

20. luglio 2023 by fabrizio venerandi
Categories: chatGPT, Il muscolo della poesia, Programmazione | Leave a comment

Cultura, scuola e tette

Il punto dell'edizione della Gerusalemme Liberata censurata

Arrivati al quarto canto della Gerusalemme Liberata del Tasso entra in scena il personaggio di Armida, donna che cerca di sedurre i cavalieri cristiani per distoglierli dalla conquista di Gerusalemme appunto.

Ora: il Tasso dedica due ottave alle tette di Armida, la trentunesima e la trentaduesima ottava, motivo per cui sto leggendo tutta l’opera. Ho grandissimo rispetto per un poeta che – in un poema religioso – dedica due ottave alle tette di un personaggio.

Comunque. A un certo punto ho un dubbio su un passo e prendo l’edizione La Scuola del 1960 con le note di Sanguineti che – precisissimo – ha messo a calce le note e i commenti per tutte le ottave del poema che ho letto finora.

Vado al punto dove dovrebbero esserci la trentunesima e la trentaduesima ottava, cerco in basso le note e – ecco: Sanguineti passa dalla trentesima ottava alla trentatreesima. Nel libro non esistono note sulle due ottave con le tette di Armida.

Controllo se mai prima Sanguineti avesse saltato una ottava e – no – da un veloce scorrere pare manchino solo quelle due.

Ho tre ipotesi: la prima è che a Sanguineti non piacessero le tette di Armida, e mi sento di escluderla. Per quanto le tette non siano uno strumento di lotta marxista, a pelle, secondo me a Edoardo non dispiacevano.

La seconda è che il testo, edito da La Scuola, nel 1960, abbia optato per una censura preventiva delle note a margine che potessero turbare la già instabile adolescenza degli studenti. Non sia mai che poi qualche ginnasiale ci fantastica sopra e ci rovina le pagine del libro. I genitori ci denunciano, le scuole non lo adottano.

Per capire la terza ipotesi scrivo di seguito una rozza e improvvisata parafrasi delle due ottave in questione:

Mostra il bel petto la sua pelle nuda e bianca come la neve
di cui si nutre e per cui si risveglia il fuoco d’amore.
Si vede una parte delle mammelle acerbe e crude
e una parte resta coperta allo sguardo altrui dalla veste:
coperta, vero, ma se chiude il varco agli occhi
il pensiero d’amore non si ferma
e non bastandogli la bellezza esterna
s’infila ancora nelle parti segrete e nascoste.

Come attraverso l’acqua o un cristallo
il raggio passa e non viene disperso o deviato
così il pensiero osa penetrare le zone proibite
all’interno del vestito chiuso.
E lì dentro spazia. Lì contempla il vero
di tante meraviglie da una parte all’altra,
e poi le racconta e le descrive al desiderio
che si scalda di fiamme sempre più vive.

Ecco, la terza tesi è che – in questo gioco di vedo e non ti vedo – Sanguineti abbia omesso volontariamente le due ottave: come le mammelle di Armida erano celate dal vestito e si potevano solo intuire con il pensiero, così anche Sanguineti cela le note per non strappare (metaforicamente) quel velo che Tasso aveva messo a coprire le nudità della ragazza. E anche lo studente può intuire la consistenza delle tette solo con il pensiero e l’inventiva personale.

Purtroppo tutta la mia costruzione ipotetica crolla nel momento in cui alzo gli occhi e scopro – a una più attenta analisi – che le due ottave con le tette di Armida non ci sono proprio nell’edizione La Scuola del 1960, non soltanto le note. Non è colpa di Sanguineti.

Al posto delle due ottave del Tasso La Scuola ha messo una serie di puntini:

. . . . . . . . . . . . . . .

come la cicatrice dopo dolorosa cesura.

Certo, oggi pensare a un editore di scolastica che censura le ottave del Tasso pensando che possano portare turbamento sessuale ad un adolescente fa tenerezza, ma di quella tenerezza un po’ tossica.

20. luglio 2023 by fabrizio venerandi
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Ai, immagini, videogiochi

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vgVolevo usare alcune immagini per un videogioco che sto scrivendo e mi sono chiesto se valeva la pena crearle con Bing. Sono andato a cercarmi la licenza d’uso di Bing e – no – al di là del watermark che Bing mette sulle immagini, le immagini create da Bing non possono essere sfruttate commercialmente, la licenza d’uso Microsoft lo vieta.

Sono andato a vedere quella di Dall-e, che invece permette lo sfruttamente commerciale, pagando. Perché Dall-e 2 è ora a pagamento, si paga in pratica lo sfruttamento del calcolo computazionale che le macchine devono fare, un sistema a crediti. Probabilmente con un 50/60 euro dovrei avere abbastanza crediti per provare a creare le immagini che mi servono perché si pagano ovviamente anche tutti i tentativi falliti, le immagini che vengono poi scartate.

Ma c’è un ulteriore rischio: pochi giorni fa Valve ha bannato diversi giochi da Steam a causa di immagini contenute nei videogame, immagini che erano state create dall’AI. In realtà, ha poi precisato Valve, non sono banditi tutti i videogiochi che usino immagini create con l’AI, come sembrava in un primo momento, ma quelli le cui immagini create con l’AI siano addestrate su materiale protetto da copyright.

In pratica Valve vuole pararsi per eventuali cause legali fatte da terze parti che riconoscano nelle immagini generate da AI all’interno di un videogame modelli di propri lavori protetti da diritto di autore. Come possa essere stabilito che una immagine generata da AI sia addestrata su materiale protetto da copyright è questione spinosa e quindi anche difendersi dall’accusa non sarà così pacifico.

Siamo al limitare di un bosco, ma è un ginepraio.

14. luglio 2023 by fabrizio venerandi
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