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Prototipi 2016: la scrittura automatica al Festivaletteratura di Mantova

Per un periodo ospiterò su mio blog Ludovica Brunamonti, in Quintadicopertina ormai da diverso tempo, in attesa che abbia uno spazio tutto suo. M. Cecilia Averame

Quest’anno ho avuto l’occasione di Partecipare a “Prototipi”, l’officina promossa dal 2015 nell’ambito del Festivaletteratura di Mantova per dar spazio a giovani umanisti, programmatori e designer desiderosi di sperimentare nuove forme di libro e di scrittura.

Durante questa seconda edizione del progetto il team ha lavorato sulla scrittura automatica di testi: talvolta, quando si tocca l’argomento, si pensa che le macchine siano pronte a sostituire l’essere umano, strappandogli persino una delle prerogative fondamentali, la creatività.14349051_10210449822582463_1345376850_n

Per partecipare a Prototipi è stato necessario abbandonare ogni forma di pregiudizio e guardare alle potenzialità tecnologiche come estensioni di ciascun individuo, capaci di soddisfare nuove esigenze, oltre che ampliare percorsi alternativi di approccio alla cultura.

Sono molti i software presenti sul mercato che si occupano di scrittura automatica. Principalmente, negli Stati Uniti, hanno trovato terreno fertile in ambito sportivo e in borsa, dove la scrittura di articoli e testi prevede un largo utilizzo di dati statistici. Gli algoritmi dell’intelligenza artificiale, tuttavia, stanno interessando sempre più spesso una varietà di contenuti culturali come poesia, prosa e racconti brevi.

Il software scelto per il progetto è stato Wordsmith, lanciato nel 2015 dall’azienda americana Automated Insight. La piattaforma è in grado di generare in automatico testi complessi basati su dati inseriti attraverso tabelle o grafici in differenti formati. Attraverso questo procedimento è possibile dare vita a un testo dettagliato, come quello che potrebbe concepire una mente umana. Per il momento le applicazioni sono le più disparate: notizie per piattaforme d’informazione, report finanziari, bilanci, prodotti per e-commerce.14341553_10210449824582513_2095002471_n

Il progetto sviluppato ha preso il nome di “Storie d’asporto automatiche” ed è stata anche l’occasione per testare il software in un nuovo contesto di scrittura. Prendendo spunto da “Esercizi di stile” dell’autore francese Raymond Queneau -un testo che propone la stessa storia raccontata in novantanove stili differenti- si è creata la premessa per giocare con le parole e sperimentare, oltre a omaggiare Umberto Eco che si occupò della traduzione italiana del libro.

Lo scopo? Fare in modo che i computer, durante le giornate del Festivaletteratura, restituissero al pubblico una varietà di storie personalizzabili. Dopo aver risposto a semplici domande sull’autore preferito o sugli eventi, ai visitatori veniva chiesto se desiderassero scegliere lo stile della storia o lasciare che fosse la macchina a decidere per loro. In cinque giornate sono state stampate oltre 650 storie: il pubblico ha risposto con vivo entusiasmo all’esperimento, incuriosito dai meccanismi che si nascondevano dietro una simile iniziativa, ma anche affascinato dalla “magia” del diventare il protagonista inaspettato di un racconto.

Alcuni esempi di storie generate dalla macchina durante il Festivaletteratura, reperibili sul blog del progetto al quale hanno preso parte Alessandra Rigano, Davide Rocco Capalbo, Emanuele Gandini, Fabrizio De Vincenzi, Sara West, Claudio Mondadori, Ludovica Brunamonti e Alberto Scaravaggi:14341404_10210449825902546_707759821_n

Mauro Onomatopee a Mantova
# ONOMATOPEE A MANTOVA
Era una bella giornata di settembre, un dolce venticello faceva frusciare le frasche dei faggi e Mauro bighellonava per Mantova. Per Mauro questa era la prima volta al Festival della Letteratura: “mumble… mumble… non so proprio cosa aspettarmi”, pensava tutto curioso.
Le strade di Mantova erano strapiene di persone scalpitanti, era tutto uno spingi spingi, ma non era un problema. Tuttavia gli eventi erano tanti e il tempo era scarso. Dall’inizio del festival aveva visto Parole chiave, appassionante. In quel momento si era incamminato lungo il rio di Mantova, l’acqua si infrangeva sulla sponda, splash, ssccc, swish. Il cuculo faceva cucù, le cicale cricrì, ed egli stava andando a sentire Un muro tra noi, che sul programma aveva attirato la sua attenzione. Per strada, camminando tra un luogo e l’altro del Festival tap tap, Mauro zigzagò Elena Ferrante che passeggiava, ma non poteva sapere che era lei e non si fermò. Beh, Peccato.

Sabrina Sogno a Mantova
# IL SOGNO DI SABRINA A MANTOVA
Tra soffi, tuoni e vortici in una notte di settembre Sabrina si era ritrovata in giro in una città che ricordava moltissimo la città di Mantova. Per Sabrina era la prima volta a quello che sembrava essere un festival: era molto confusa.
Tutto intorno per le strade di Mantova giravano persone indistinte, ma non era un problema. Tuttavia aveva la serpeggiante sensazione che mille demoni provenienti da altrettante stanze oscure invocassero la sua presenza. A Sabrina sembrò di scorgere qualcuno, degli amici, ma fu poco più di una visione. Nulla le sembrava chiaro, si era ritrovata nel bel mezzo de Il libro dei miei vent’anni, un incanto. Poi però sotto i suoi passi la strada verso ogni direzione divenne infinitamente lunga e finiva in un burrone.
Vagando senza meta per quei luoghi sinistri, Sabrina riconobbe, tra ombre e simulacri di persone, Daniel Pennac che passeggiava. Provava il forte desiderio di fermarlo e presentarsi e magari scambiare due parole, ma una voce dentro un corpo etereo, che affermò di essere l’incarnazione della letteratura, la fermò e le consigliò di non infastidire lo scrittore che meditava trasognante: gli scrittori, se li fai innervosire, ti fanno comparire nei peggiori incubi dei protagonisti dei loro libri. Meglio star lontani e lasciare che svaniscano nelle nebbie oniriche.
Ricomparvero improvvisamente gli amici intravisti prima, che la schernirono con una ventata di schiaffetti. E proprio in quel momento si risvegliò annaspando e si guardò intorno: si era addormentata durante Il libro dei miei vent’anni e ormai si era fatta ora di andare. Lasciò Mantova ben riposata e con un sogno da raccontare…

Giulia Rassegnato a Mantova
# GIULIA RIFLETTE SUI PROBLEMI DELLA VITA A MANTOVA
La crisi economica continuava a mietere vittime: un’altra storica attività del centro aveva dovuto chiudere i battenti, al suo posto sarebbe sorto l’ennesimo punto vendita di una grossa catena di abbigliamento low-cost. Al parco alcuni individui stavano mettendo in atto quella che sembrava a tutti gli effetti essere una truffa ai danni di un ingenuo adolescente. Era una rassegnata giornata di settembre e Giulia era in giro per Mantova. Per Giulia questa era la prima volta al Festivaletteratura: era davvero impassibile.
Le strade di Mantova erano stracolme di auto parcheggiate in doppia fila ma a questa Babele era abituata. Tuttavia gli eventi erano tanti e il tempo era poco. Giulia e la poveretta che l’accompagnava si organizzarono così: ognuna sarebbe andata a vedere quello che voleva e si sarebbero ritrovate dopo al bar della bocciofila, per imprecare davanti a un bianchetto. Non era ovviamente riuscita a sentire nemmeno un minuto di evento e ormai non ci provava neanche.
Per strada, spostandosi tra un inutile luogo e l’altro del Festival, Giulia riconobbe Stefano Benni che passeggiava. Trovando un insperato getto d’orgoglio andò incontro all’autore e biascicando si presentò: “Stefano Benni sono una sua estimatrice!” Stefano Benni passò oltre senza neanche notarla. Che amarezza. Certi scrittori se li fai arrabbiare sono pronti a calunniarti e a metterti al pubblico ludibrio. Ormai sono spacciata, anche la già misera pensione mi leveranno, pensò.
Più tardi, Giulia raggiunse con le poche forze che gli rimanevano la sua comare, che dopo aver sentito la sua storia mentre stavano giocando a carte la derise di fronte agli altri avventori del bar. Salutò l’amata ma ingenerosa Mantova, acciaccata e senza portafogli, rubato chissà quando, forse al bar…

(Ludovica Brunamonti)

22. settembre 2016 by maria cecilia
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Start-up. Quando il digitale promuove la lettura

Per qualche settimana ospiterò su mio blog Ludovica Brunamonti, in Quintadicopertina ormai da diversi mesi, in attesa che abbia uno spazio tutto suo. M. Cecilia Averame

Dal 2014 il Salone del Libro di Torino si interessa ai percorsi che puntano al rinnovamento digitale attraverso un bando dedicato alle emergenti start-up nate da meno di 4 anni. Ogni anno 10 progetti internazionali che si muovono tra le nuove frontiere del libro digitale vengono ospitati gratuitamente all’interno dell’area “Book to the future”, nata nel 2011 con l’intento di promuovere le innovative tecnologie per la fruizione di contenuti. Durante il Salone tali realtà hanno l’occasione di mettersi in gioco, incontrare finanziatori, far conoscere il proprio percorso e conquistare il pubblico. In occasione di Digit, il festival del giornalismo digitale di Prato, Roberta Di Sabatino dal 2009 responsabile dell’Incubatore, l’area del Salone del Libro di Torino dedicata alle realtà editoriali presenti sul mercato da meno di 24 mesi, insieme al giornalista Vittorio Pasteris, presentano due dei progetti vincitori.

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La prima start-up si chiama Twletteratura e propone la riscrittura dei grandi classici nazionali e internazionali attraverso i 140 caratteri concessi da Twitter. La Luna e i Falò di Cesare Pavese, Orgoglio e Pregiudizi di Jane Austen, La Città Invisibile di Italo Calvino, i Promessi Spo625e2336a3caf7735c54e8d07c692c9d_400x400si di Alessandro Manzoni sono solo alcuni dei testi che vengono riassunti dagli utenti con queste pochissime parole. Quale modo migliore per invogliare alla lettura se non applicarla alle nuove tecnologie? Il progetto coinvolge anche molti giovani che se vogliono partecipare si trovano “costretti” a leggere i libri con notevoli risvolti didattici. Attraverso la piattaforma Betwyll l’insegnante ogni anno può riproporre la scrittura dello stesso testo, creando un proprio progetto personale. Roberta Di Sabatino a tal proposito parla “dell’importanza di un tipo di studio personalizzato dal momento che ogni studente è unico e ha passioni e competenze diverse da un altro. Inoltre sarebbe l’opportunità per insegnare un concetto fondamentale come la sintesi in maniera differente, attraverso gli strumenti che i ragazzi conoscono meglio”.

La seconda start-up è Libricity applicazione che geo-localizza le librerie che hanno aderito concedendo il catalogo. Usarla è molto semplice, l’utente inserisce il titolo che sta cercando, insieme alla città e Libricity segnala tutte le librerie che hanno a disposizione il libro. Ogni struttura si impegna a inviare giorUnknownnalmente gli aggiornamenti sui testi che per il momento si concentrano nei territori di Milano, Torino, Bergamo, Venezia e Udine. L’App è davvero appena nata e se dovesse avere il successo sperato si pensa a un’espansione verso eventi e libri in biblioteca attraverso lo stesso meccanismo. Per il momento il banco di prova sarà Bookcity in programma a Milano dal 22 al 25 ottobre, quando l’applicazione verrà utilizzata per la ricerca di eventi all’interno dell’iniziativa. Mentre il servizio, che nasce per agevolare l’accesso degli utenti all’universo dei libri è gratuito, le librerie, scaduti i 3 mesi di prova, dovranno decidere se sottoscrivere un abbonamento. Superata l’iniziale diffidenza l’App sta riscuotendo successo e sono molte le strutture che chiedono di iscriversi grazie al passaparola contattando direttamente l’azienda.

Quali sono gli ostacoli maggiori che simili realtà incontrano sul territorio? Prima di tutto l’impostazione “antica” che domina all’interno della filiera del libro. Roberta Di Sabatino parla di “problemi con i diritti sui volumi a causa della mancanza di una regolamentazione delle norme”, sottolineando che “i piccolo editori sono molto più aperti alla sperimentazione e alla divulgazione, mentre i grandi editori solitamente restii, insieme alle scuole spesso scettiche. Un peccato se si pensa alla strada che stanno percorrendo molte app, come quelle che insegnano le lingue straniere e persino il latino”. L’aspetto più interessante dell’impatto delle nuove tecnologie sulla filiera è rappresentato dal fatto che i progetti digitali nascono soprattutto in risposta a una domanda, dettata dalle esigenze dei lettori. Il problema maggiore resta quello della controinformazione, poiché il mercato veicola i libri e gli strumenti di più facile distribuzione attraverso le grandi catene.

(Ludovica Brunamonti)

21. ottobre 2015 by maria cecilia
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Piattaforme Social: risorse all’estero, pattumiere per le testate italiane

Per qualche settimana ospiterò su mio blog Ludovica Brunamonti, in Quintadicopertina ormai da diversi mesi, in attesa che abbia uno spazio tutto suo. M. Cecilia Averame

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Chiunque sia iscritto a Facebook si sarà accorto di trovare sempre più spesso le notizie attraverso questo social network. Sulla bacheca degli amici è all’ordine del giorno conoscere fatti, leggere articoli e condividerli, arrivando ai siti dei diversi media proprio attraverso i social.

Recentemente la giornalista Carola Frediani, esperta di nuove tecnologie e fondatrice dell’agenzia Effecinque, durante la seconda edizione del Festival della Comunicazione di Camogli, ha parlato di Giornalismo e social media “in una relazione complicata” definendo Facebook come “un mezzo dominante nella diffusione delle notizie, alle quali si arriva attraverso finestre sparse per la rete”.

A conferma di questa percezione, secondo lo studio condotto dalla piattaforma di content analytics Parse.ly riferito al mese di luglio 2015, Facebook avrebbe superato Google nella diffusione delle informazioni online, raggiungendo una quota di traffico pari al 38,3% contro il 35,8% del motore di ricerca di Mountain View.

Editori e giornalisti di tutto il mondo guardano il social network di Zuckerberg come uno spazio sempre più appetibile e non a caso Facebook lo scorso maggio ha annunciato il lancio di Instant Articles, servizio già attivo nella diffusione immediata delle news. I lettori si trovano di fronte a contenuti da consultare all’interno della piattaforma senza cliccare alcun link ed essere reindirizzati, risparmiando tempo. Sul sito i partner che hanno scommesso sulla nuova funzione non sono certo gli ultimi arrivati, come The New York Times, National Geographic, The Guardian e BBC News.

La tendenza generale indica lo spostamento della ricerca di notizie da parte degli utenti verso differenti canali, mentre gli editori riflettono su innovative opportunità di diffusione dei contenuti. Come gestiscono questo nuovo flusso d’informazioni le testate cartacee italiane?

Senza titoloDurante Digit, il festival nazionale del giornalismo digitale di Prato, Pier Luca Santoro, esperto di marketing, comunicazione & sales intelligence insieme al giornalista Marco Renzi hanno approfondito tale cambiamento di paradigma. Quest’ultimo afferma che la cosiddetta “rivoluzione digitale” non è una novità, ma piuttosto “è iniziata da vent’anni, mentre l’ultima micro-rivoluzione, quella del mobile, ha avuto luogo 4 anni fa, quando app e strumenti mobili erano ancora quasi sconosciuti”. Pier Luca Santoro riporta i dati del Digital News Report 2015 di Reuters che mettono Facebook tra le prime 10 fonti d’informazioni utilizzate, mentre i principali punti di partenza per la ricerca di news sarebbero i social media e la search. Il grave problema dei giornali nostrani è che: “Il marchio delle testate è diventato debole e i lettori cercano le notizie altrove. Purtroppo ancora oggi i giornali di carta sono online e sui social, ma non fanno parte della rete e dell’ecosistema sociale di internet. Gli editori vedono i social network solo come una discarica di link e di driver per incrementare il traffico”.

La maggior parte delle testate autorevoli utilizza questi canali considerandoli semplicemente “pattumiera” dove gettare qualunque tipo di notizia, senza spendere tempo in un lavoro che dovrebbe puntare soprattutto alla qualità. All’estero, per ovviare al problema, è emersa la figura del Social Media Editor: i giornali internazionali investono risorse creando veri e propri team di esperti che curano le piattaforme social dei diversi marchi. In proposito Santoro induce a una riflessione: “In Italia chi svolge questo lavoro è qualcuno interno alla redazione che ha principalmente altre mansioni. Le testate non hanno ancora colto la forza di una figura che deve avere specifiche competenze, in quanto ruolo strategico che agisce come punto di raccordo tra la testata e il marketing”. Oltreoceano, ma anche in Inghilterra, Francia, Germania i giornali traggono enorme guadagno puntando su tale modello di business, mentre nel nostro Paese non si prende seriamente in considerazione l’utilizzo dei social network. Sembra che la gestione delle piattaforme sia un’attività totalmente disgiunta dai marchi delle testate, nonostante queste sussistano nella rete e diffondano le notizie a loro nome. Quanti quotidiani pubblicherebbero le news che mettono in circolo sui social anche sulla carta? Santoro utilizza l’esempio di un articolo postato sulla pagina Facebook del quotidiano Il Messaggero, che fa emergere la scarsa cura nelle relazioni tra redazione e lettori, oltre che la mancanza di qualità nella scelta delle informazioni. Il lavoro di giornalista in Italia assume diverse connotazioni a seconda dello spazio in cui si sta agendo, per questo è particolarmente importante affidarsi a esperti capaci relazionarsi con il pubblico con lo scopo di costruire uno scambio costruttivo e guadagnare la stima dei lettori.

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Non solo Facebook, ma sono moltissimi i nuovi canali del web dove si trovano le notizie: anche WhatsApp è un valido strumento di circolazione delle news e di scambio di notizie tra gruppi ma il suo utilizzo istituzionale da parte dei publisher nostrani sembra rimanere sconosciuto. Una piattaforma come Twitter acquista il ruolo di amplificatore nella diffusione delle Breaking News, in quanto opportunità per giornali e giornalisti di far parlare di sé, ma come precisa Santoro: “I social non servono soltanto come amplificatori di notizie e nemmeno sono solo decorazioni per i marchi delle testate”. I canali social, avendo conquistato un ruolo centrale nella diffusione di notizie, andrebbero trattati con la stessa dignità e cura che viene riservata al prodotto cartaceo. Il numero di like e di condivisioni raggiunti da una testata non corrisponde al reale interesse di un lettore verso un articolo o un giornale, perciò gli editori pur avendo accumulato molti fan non dovrebbero dormire sonni tranquilli, ma piuttosto riflettere su un migliore utilizzo delle possibilità concesse dal digitale.

(Ludovica Brunamonti)

12. ottobre 2015 by maria cecilia
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Le FAQ del crowdfunding di Quintadicopertina

Dopo queste prime settimane di crowdfunding ci sono state fatte diverse domande sul perché (e sul percome) di questa cosa che stiamo facendo. Abbiamo deciso di fare una specie di FAQ per rispondere a tutto quello che ci è stato chiesto. Anzi, abbiamo aggiunto anche qualche domanda cattiva fatta da noi, che siamo sempre i nostri peggiori critici.

Comunque, se fra queste non c’è la vostra, mettetela nei commenti e risponderemo.

Esattamente, cosa è successo durante l’alluvione?

Ha iniziato a piovere. E poi ha continuato e continuato, per tutta la notte e ancora la mattina dopo. L’acqua ha iniziato ad entrare dalle finestre, dai tubi della calderina, dal vano scale. Una frana è caduta sul percorso pedonale vicino a casa nostra, una seconda ha bloccato completamente la strada trascinando con sé un palo della luce e lasciandolo in bilico sulla strada. Una terza frana ho bloccato la strada carrabile, creando una montagna di fango che impediva alla nostra auto di passare. Eravamo bloccati e continuava a piovere. Al mattino abbiamo chiamato la protezione civile per chiedere cosa era meglio fare, e loro sono arrivati, si sono caricati i figli in spalla e ci hanno portato via.

Beh, una bella avventura da raccontare ai nipotini, no?

No.

E cosa c’entra Quintadicopertina?

La sede di Quintadicopertina, i computer, le riviste di carta, i libri, i documenti, gli ereader, i tablet, gli archivi e tutte le cose della casa editrice erano in una stanza/ufficio al pianoterra.

Perché dopo l’alluvione non siete tornati a casa vostra e nel vostro ufficio?

Dopo l’alluvione ha continuato a scendere acqua dalle colline soprastanti. I muri del pianoterra sono rimasti bagnati per mesi. L’umidità ha sbriciolato gli intonaci, ha gonfiato il legno di alcuni mobili, fatto marcire parecchie cose. Le frane non sono state messe in sicurezza per molto tempo. Non potevamo ricevere pacchi, corrispondenza, non c’era spazio per portare materiale. Il palo è rimasto in bilico sulle teste di chi avesse voluto passare. Ci è stato detto dai vigili che in caso di pioggia non dovevamo transitarci sotto. Non abbiamo ritenuto che fosse sicuro restare lì finché tutto non fosse tornato a posto.

Dove siete andati?

Per quanto riguarda la famiglia, abbiamo trovato una sistemazione temporanea, dove siamo ancora adesso. Quintadicopertina è stata invece inizialmente ospitata gratuitamente dal coworking Plane Tree di Genova, cui va la nostra riconoscenza. Poi abbiamo trovato per l’ufficio uno spazio nel centro storico di Genova, dove ricomprare attrezzature e ricostruire spazi di lavoro adeguati.

Siete stati aiutati?

Sì. Molti amici sono venuti ad aiutarci: a sistemare l’alloggio temporaneo, a portare mobili. Senza di loro non ci saremmo riusciti. Per sei mesi abbiamo ricevuto dallo Comune di Genova un contributo mensile in quanto sfollati, e un contributo per i danni da alluvione.

Come avete usato questi soldi?

Sono stati utilizzati principalmente per la sistemazione dell’alloggio temporaneo e per le spese post- alluvione. Presi dall’emergenza di alcuni danni non ci siamo resi conto subito.

Però in fondo la vostra casa non è crollata, i computer si sono salvati. Vi sembra giusto chiedere dei soldi quando in giro ci sono situazioni ben più difficili? E poi, non sarebbe compito dello Stato sostenere imprese (e famiglie) in difficoltà?

Non stiamo partecipando a una gara per riconoscere chi è il più sfigato di tutti, e sul crowdfunding in sostituzione al welfare ci sono analisi più serie di quelle che potremo fare noi.

Noi abbiamo solo deciso di condividere con chi ci legge e segue il nostro lavoro un momento di difficoltà: d’altro canto penso che sia ancor meno corretto star fermi ad aspettare che qualcuno risolva le cose al posto nostro.

Ma così vi fate vedere deboli…

Al contrario. Fai comunicazione, stai attento a dare un’immagine di te solida, attiva, brillante. Nascondi le debolezze e ti mostri come colui che ce la può fare in ogni situazione. Poi crolli. Capita più spesso di quello che ci piace pensare. C’è una bella narrazione della imprese che partono e che vincono, ma manca quella delle difficoltà e della crisi. Quintadicopertina è un’impresa a conduzione familiare, lo abbiamo sempre detto senza dipingerci come novelli Steve Jobs. Ma procura un po’ di stipendi a fine mese, e il nostro ultimamente lo stiamo dedicando al recupero di quanto perso.

Quel che chiediamo è semplice: potrebbe capitarti di offrirci un caffè o un aperitivo?

Grazie: ma in questo momento non abbiamo granché voglia di prendere aperitivi. Se ti va di contribuire con quella cifra, aperitivo su aperitivo, noi ricostruiamo la sede. E magari poi l’aperitivo te lo offriremo noi, per festeggiare.

Non vi conosco molto, cosa avete fatto di tanto buono perché io vi dia i miei soldi?

Facciamo editoria digitale. Abbiamo fatto tante cose sperimentali cercando di fare sempre cose di qualità. Commerciali, non commerciali, strane, cercando di dare il meglio che potevamo. Abbiamo fatto una collana di narrazioni interattive, un po’ ebook-game, un po’ Calvino, un po’ Cortazar. Abbiamo fatto informazione dal mondo, con testi che parlavano di come su usa la rete in Cina, in Africa, di cosa viene fatto affondare al largo della Calabria, di come veniamo percepiti dagli africani quando parliamo di africa. Abbiamo raccontato du Fukushima, del Congo, della rivoluzione siriana, di quella tunisina. Abbiamo fatto la rivista digitale di alfabeta2, di MOST e ora facciamo quella digitale e tradizionale di LG Argomenti e di HP Accaparlante. Abbiamo fatto degli abbonamenti a scrittori come Francesca Genti, Francesco Forlani, Gianluca Morozzi prima ancora che scrivessero i loro libri. Abbiamo fatto dei macchinari che creano ebook sul momento, e altri che raccontano del Deep Web e si aggiornano anche dopo che li hai comprati. Abbiamo fatto con altri editori poesie bilingue con versi ipertestuali.

Darete qualcosa in cambio?

Si, offriremo alle scuole un racconto interattivo in cui vengono svolte le 31 funzioni di Propp sulle favole.

Uh, non sembra molto divertente…

No, no, è forte. Guarda qua, abbiamo già scritto le prime sedici

Cosa succede però se non raggiungete tutta la cifra?

Sette giorni dopo la chiusura del crowdfunding ci verrà ugualmente accreditato quanto raccolto, anche se non raggiungeremo l’ultimo obiettivo.

Vi posso supportare in altre maniere, tipo comprando  i vostri ebook?

Certo, sei libero di fare come vuoi. Ma il crowdfunding ci dà anche l’opportunità di vedere quante singole persone, mattone su mattone, contribuiscono a gettare fondamenta sempre più solide.

E a ringraziarle.

 

Contribuisci anche tu al crowdfunding di Quintadicopertina: offrici il tuo aperitivo virtuale.

 

07. luglio 2015 by maria cecilia
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Editoria digitale e Cloud, un incontro su opportunità e strategie

cover-fb-editoria-in-the-cloudGiovedì 19 febbraio presso il Coworking Login di Milano Quintadicopertina parteciperà all’incontro Editoria in the cloud”, una tavola rotonda sulle nuove tendenze tecnologiche applicate al settore dell’editoria.

Il dibattito avrà inizio alle 14.30, dove interverranno Marco Borello (Hoepli), Tommaso Caravani (Collins), Tonino Mendicino (Click&tap), Giuseppe Serrecchia (Condé Nast), Antonio Tombolini (Simplicissimus), Fabrizio Venerandi (Quintadicopertina), con la moderazione di Enrico Pagliarini (Il Sole 24 Ore).
Fabrizio Venerandi rappresenterà Quintadicopertina condividendo l’esperienza di cinque anni di editore digitale ed esporrà alcuni nuovi progetti su piattaforme di distribuzione e di publishing.

Nella seconda parte dell’incontro verranno presi in considerazione alcuni Case studies, presentati da Luca Lizzeri (Il Fatto Quotidiano), un responsabile della redazione di Focus.it e Matteo Roversi (Rosariofiorello.it).
Le tre esperienze testimonieranno come il Cloud abbia migliorato le prestazioni delle aziende, attraverso il taglio dei costi e l’ottimizzazione delle esperienze delle persone.

(Ludovica Brunamonti)

17. febbraio 2015 by maria cecilia
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ePubEditor e Quintadicopertina

Schermata 2015-02-16 alle 11.06.32Dal 2012 Quintadicopertina oltre a essere “casa editrice digitale” è anche agenzia di servizi editoriali, impegnata nel trovare soluzioni e risposte per editori che cercano strategie per muoversi nel mercato digitale.

I punti critici di questa fase sono condivisi fra piccoli e grandi editori, e spaziano dai costi di digitalizzazione (di una ‘buona’ digitalizzazione), all’organizzazione di un workflow in casa editrice che possa essere condiviso da editor e ‘tecnici’ (e magari permetta una uscita sia su carta che in digitale al termine di un unico flusso di lavoro), ai limiti dati dalla mancanza di strumenti efficaci di progettazione di un testo digitale.

Non trovando sul mercato qualcosa di adatto a rispondere a queste necessità, abbiamo deciso di investire in prima persona per proporre uno strumento da utilizzare in diversi ambiti, testato prima all’interno della nostra casa editrice e poi messo a disposizione di tutti.

La nostra strada si è dunque accostata a quella di Francesco Leonetti, creatore di ePubEditor, un editor di testi in epub3 pensato specificatamente per le esigenze della didattica e della formazione. Da diversi mesi lavoriamo assieme per aggiungere ad ePubEditor funzioni e possibilità costruite a misura delle esigenze raccolte da due anni a questa parte. Con Francesco Leonetti abbiamo trovato anche una visione condivisa del mondo digitale e una comunanza di interessi che ci ha consentito di costruire un team di lavoro più solido ed efficiente, in grado di rispondere a dinamiche commerciali via via più complesse, anche per un mercato internazionale per cui siamo finalmente pronti.

Nell’impostazione del lavoro all’interno della casa editrice, nelle proposte per gli altri editori, nei nostri corsi di formazione abbiamo sempre tenuto a specificare l’importanza di conoscere il codice per chi digitalizza e non basarsi solo su strumenti terzi. EpubEditor, lungi da essere una contraddizione, rappresenta per noi un bel passo in avanti.

Chi fa ebook con un DTP tradizionale, ad esempio inDesign, ha ben presente che sta utilizzando un programma per stampare su carta e non per progettare in digitale: ha bisogno del codice in mano per affrontare eventuali futuri cambiamenti nei formati e nelle devices, potrebbe aver la necessità di splittare un testo in rete, di renderlo compatibile con SCORM, di doverlo stampare e rispettare norme (presenza di box, note, indici) che devono andare bene anche in stampa. Chiedere all’autore di effettuare modifiche a un testo già lavorato senza mettergli in mano del codice, ma monitorando – grazie a una funzione di redazione condivisa – il punto esatto su cui sta lavorando.

Ad oggi, stampiamo le nostre riviste (anzi: non solo nostre) cartacee mandando in tipografia l’impaginato di un testo progettato in xtml+css e contemporaneamente producendo un ePub pronto per la commercializzazione. Possiamo indicare che su un testo cartaceo deve essere presente una seconda colonna laterale, e che in ePub sarà visibile per esempio in link, o in un box autonomo, ed altre funzioni che fra qualche settimana caratterizzeranno la nuova versione di ePubEditor.

Il nuovo ePubeditor è progettato ancora una volta per rispondere in prima battuta alle esigenze della scuola, e rappresenta una prima offerta di una serie di servizi che nel 2015 arricchiranno le nostre proposte rivolte ad editori, professionisti del settore, redazioni periodiche ma – appunto – anche docenti, istituti scolastici. Non si tratta di un pacchetto chiuso, ma di un modello di sviluppo che ascolterà i suoi utilizzatori per raffinarsi nel tempo sempre di più: intorno a questo cuore proporremo servizi per andare oltre l’ePub, per aumentare l’esperienza multimediale, raffinare la grafica, personalizzare i testi, proporre contenuti che vadano contemporaneamente su Kindle che in tipografia per stampa in quadricromia.

Perché il cuore del digitale viene prima delle forme in cui verrà letto: nasce nel progettare storie, lavorare in spazi condivisi di sviluppo, diversificarsi per ogni tipo di lettore e studente che si vuole raggiungere.

16. febbraio 2015 by maria cecilia
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Riunione di redazione a porte aperte

Riunione di redazione “a porte aperte”: lunedì 19 gennaio dalle ore 21.00 presso il nostro ufficio nei locali del Coworking Plane Tree chiunque desideri conoscere di più le attività di Quintadicopertina, saperne in anteprima i progetti, può partecipare alla prima riunione di redazione dell’anno.

Presenteremo il nostro 2015, gli obiettivi e il piano editoriale, e ci confronteremo con le proposte e le domande che emergeranno nel corso della riunione.

Al termine dell’incontro festeggeremo il nuovo avvio con un piccolo aperitivo.

A chiunque voglia essere presente, chiediamo solo di inviare una conferma alla segreteria di redazione (editrice@quintadicopertina.com) della presenza entro il sabato precedente per meglio organizzarci.

 

Se vuoi esporre dubbi o domande puoi farlo in privato o su Facebook, sulla pagina dell’evento.

12. gennaio 2015 by maria cecilia
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L’anno più difficile

Si è chiuso un anno che almeno qui in Quintadicopertina è stato carico di fatti, non sempre favorevoli. Se ne apre uno che già adesso risulta ricco di novità, questa volta positive.

Il 2014 per noi resta e resterà sempre l’anno di una delle più dure alluvioni che abbiamo subito qui a Genova. Ci ha fortemente segnato da un punto di vista personale, e inevitabilmente anche il lavoro qui in Quintadicopertina ne ha risentito.

Abbiamo però imparato una cosa importante: se hai ben gettato le basi di un’attività, anche se succede di doversi fermare, rallentare, commettere errori, dimenticarsi delle newsletter, aggiornare male i social, non rispettare il calendario editoriale… Beh: si va avanti lo stesso. Ci si scusa con onestà per i ritardi e le omissioni, e si riparte. Non perché siamo genovesi e ‘i genovesi non si arrendono‘, o emiliano-romagnoli, o abruzzesi o sardi, ma perché l’errore, l’imperfezione, la sofferenza sono esperienza condivisa e comune nella vita e in un’impresa, e ciò che fa veramente la differenza è la reazione e la risposta. Diciamo che quest’anno è stata Quintadicopertina a non mollare noi.

Negare la crisi e le difficoltà non aiuta a trovare risposte per uscirne.

Dal canto nostro, consapevoli delle difficoltà del settore editoriale e di una formazione che non sempre viene pagata dalle aziende ma finisce a carico dei singoli free-lance, abbiamo provato a offrire una piccola possibilità per chi ci chiedeva di frequentare un laboratorio di digitalizzazione ebook, con costi contenuti. Grazie alla collaborazione con il Centro Studi Pietro Gobetti e il Gruppo di studio Vagante di Torino (più grazie a loro che a noi), riusciamo a proporre a Torino due laboratori a costo ridotto: fino al 16 gennaio la quota è di 200 euro (+iva), e sono disponibili alcune borse di studio per abbassare ulteriormente i costi per studenti e disoccupati.

Il 2015 si apre con una importante novità di cui forse avrete sentito parlare: dal primo gennaio l’IVA sugli ebook (e sui periodici digitali) in Italia sarà pareggiata a quella dei libri cartacei, al 4% invece che al 22%. Ho già spiegato cosa cambia per noi, accennando all’effetto di un’altra novità a livello europeo, forse meno nota: sempre dal primo gennaio anche in rete l’acquirente pagherà l’IVA in base alle norme fiscali del paese in cui si trova quando effettua l’acquisto, con lo stesso criterio con cui un italiano che compra un mazzo di fiori a Milano o in Montparnasse paga iva nel luogo in cui sta effettuando l’acquisto. Visto che buona parte degli acquisti di ebook (edit: ‘buona parte’ è impreciso. Per noi è circa il 35-40%, contro un 45-50% dal nostro store diretto, che beneficerà eccome della riduzione IVA) viene fatta attraverso Amazon che per un ebook venduto in Italia fino al 30/12 applicava iva al 3% mentre dal 1 gennaio avrebbe dovuto applicare iva al 22%, il risultato dell’applicazione di questa seconda norma senza la prima sarebbe stata una immediata riduzione dei ricavi. L’IVA ridotta ci rimette in carreggiata, e giustamente la festeggiamo.

Anche qui in Quintadicopertina ci sono diverse novità per l’anno a venire. Si consolida il settore dei periodici, con LG Argomenti – spazio per la letteratura giovanile, rivista che quest’anno festeggia il 50esimo anno di pubblicazioni e che nel corso del 2015 accosterà sempre più l’esperienza e la competenza di chi da decenni lavora nel mondo dei libri dei ragazzi a nuovi mezzi di comunicazione e al digitale per i giovani.

Accanto a LG, da settembre abbiamo fatto una nuova scommessa assieme alla redazione di East Journal, il sito di informazione dall’est europeo: sarà vero che degli esteri agli italiani non interessa, che la politica europea non vende, che l’analisi e l’approfondimento non pagano? MOST – Quadrimestrale di politica internazionale nasce da queste premesse, con l’obbiettivo di raggiungere 200 abbonati entro il sesto numero per proseguire le pubblicazioni.

L’ultima rivista in cantiere è HP- Accaparlante, la disabilità come punto di vista sulla realtà, a cura del Centro Documentazione Handicap di Bologna. Un’esperienza trentennale che parla di disabilità non come oggetto di studio, ma come punto di vista da cui guardare la realtà. Un altro modo di guardare il mondo, di conoscere e imparare.

Ricordiamo che fino al 7 gennaio per ogni abbonamento digitale stipulato, Quintadicopertina ne regalerà un secondo.

Diversi ebook in prossima uscita consolideranno l’offerta di narrativa e divulgazione, apriranno a nuovi formati come l’EPUB3 con sincronizzazione audio/testo, e stiamo gettando le basi per una nuova collana.

Ai laboratori di digitalizzazione ebook aggiungeremo due corsi: uno sulla gestione di un ecommerce in ambito editoriale (sia cartaceo che digitale), una giornata di approfondimento sulle conversioni, e se le energie ce lo consentono una mezza giornata introduttiva sull’editoria digitale che sarà proposta gratuitamente a Genova e Bologna (e dove sinergie in loco ci daranno la possibilità di lavorare bene).

Molte cose già al fuoco per un l’anno non ancora cominciato!

Da parte mia, ho due desideri per il 2015: riuscire finalmente a far partire il restyling del sito, che in realtà non è mai stato accantonato. E allargare la squadra di Quintadicopertina, dando un po’ (più) di sicurezza a chi con noi sta collaborando. In fin dei conti, quest’anno sarà il nostro quinto di attività: avremo ben da festeggiare, no?

30. dicembre 2014 by maria cecilia
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Di ebook, IVA e vendite

Ho salutato con favore la campagna #unlibroeunlibro per l’equiparazione dell’iva dei testi digitali  a quelli cartacei (al 4% anziché 22%). Ne abbiamo anche più o meno ferocemente discusso con Fabrizio, su quanto fosse il caso di differenziare, spiegare o disquisire sull’essenza ontologica di un testo, o tacere e approvare. Avrei preferito -e se non l’ho fatto è stato per altri motivi- postare la mia foto pollice verso e dire che no, un libro è un libro, e chiuderla così.

Non penalizzare chi legge (digitale)

Per due motivi. Il primo è naturalmente che come editore digitale l’iva al 4% mi conviene. Il secondo è che sostenere ancora che il profumo della carta possa dare un valore unico ad Anna Karenina, ai Promessi Sposi o a un saggio di rara distribuzione un sapore diverso, in un’Italia dove da una certa linea in giù le biblioteche sono quasi un miraggio e le librerie più uniche che rare, beh, è tirarsi la zappa sui piedi. Credo ancora che il digitale possa mettere a disposizione testi ovunque, a chiunque, a basso costo. Facciamo in modo che ci siano, ed evitiamo di colpevolizzare chi legge digitale.

In queste settimane invece le disquisizioni sulla bontà o meno, l’appropriatezza dell’operazione, la definizione ontologica dell’ebook le ho lette, e la mosca al naso m’è saltata, e di conseguenza la voglia di fare qualche precisazione.

Quanto guadagno con l’IVA al 4%?

Da un punto di vista prettamente commerciale, se domani l’iva per gli ebook passasse al 4%, tutte le transazioni che passano attraverso lo store di Quintadicopertina (circa il 35-40% del nostro venduto) ne beneficerebbero. Stapperei una bottiglia di… birra e no, non abbasserei i prezzi. Tirerei un sospiro di sollievo, perché se è vero che una casa editrice digitale cresce in un momento in cui il mio ‘cugino cartaceo’ invece sta soffrendo, la situazione non è comunque rosea. Probabilmente investirei la differenza per migliorare l’ecommerce della mia casa editrice, che ne ha tanto bisogno.

Il 45% circa delle transazioni passa attraverso Amazon, che applica un’iva al 3% avendo sede in Belgio (le cose dovrebbero cambiare da gennaio, quando ogni transazione dovrebbe essere tassata con l’iva del paese di acquisto e non di vendita del bene), applica delle percentuali al netto (prezzo di copertina meno appunto 3%) per cui paradossalmente io editore mi trovo a ricavare di più dal singolo testo rispetto a qualsiasi altra piattaforma europea. Quindi, se comprate i nostri ebook tramite Amazon,in questo momento già la piattaforma gode di un’iva ridotta rispetto a quella vigente in italia e di conseguenza io editore in parte ne partecipo. Unendo questo al bonifico che puntualmente Amazon mi fa ogni 28 del mese riferito alle vendite del mese precedente, senza che debba chiedere o sollecitare, potete intuire che la mia soddisfazione nel servizio sia sempre maggiore, e contemporaneamente il legame (e la dipendenza) fra me editore digitale e Amazon sempre più stretto.

Le piattaforme di vendita italiane applicano IVA al 22%. Questo fa sì che per me editore, siano in un certo senso meno remunerative. Forse sbaglio e non è appieno il mio campo, ma credo che il provvedimento possa agevolare loro permettendogli di essere un po’ più concorrenziali con gli stores internazionali.

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Favorire la competizione nel commercio online

Ritornando al punto di partenza, ovvero perché benedico il provvedimento pur reputandolo un succedaneo, penso che potrebbe permettere uno sviluppo dell’ecommerce di beni virtuali in Italia, per competere contro ecommerce internazionali.

Ma forse  ci sarebbe veramente (anche, ancor più) bisogno di una disciplina delle vendite online di beni virtuali che agevoli e chiarisca e permetta di essere al passo in Europa, agevolando i pagamenti online, togliendo l’obbligo di fatturazione delle micro-transazioni, eliminando balzelli bancari. Come qualcuno ha fatto notare, l’IVA agevolata al 4% deriva (anche) da una modalità di distribuzione del libro che è tutta cartacea, e passarla tout court al digitale è certamente un (gran) passo in avanti, ma non rappresenta un cambiamento di prospettiva.

24. novembre 2014 by maria cecilia
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Porta un Ebook in classe – offerte per la scuola

Alcuni ebook editi da Quintadicopertina sono stati pensati per un utilizzo a fini didattici,  per offrire percorsi digitali di approfondimento e divulgazione. Abbiamo studiato tre proposte e alcuni percorsi per offrire spunti di lavoro; naturalmente tutto è declinabile a seconda delle diverse esigenze del lavoro in classe. Per maggiori dettagli e richieste specifiche, contattate la segreteria di Quintadicopertina.

LE PROPOSTE

1) Ebook per tutti Il docente può fare un ordine per l’acquisto di un ebook per ogni singolo alunno. Il prezzo applicato sarà di 1,50 euro per ordini al di sotto delle 10 copie, 1,25 euro fino a 15 copie, 1 euro per ordini superiori, su ogni titolo del catalogo. (Su ogni ebook verranno registrati in ogni pagina il nome del singolo allievo, il nome dell’insegnante, la classe e l’istituto scolastico)

2) Canale diretto con gli autori A seconda delle disponibilità, è possibile invitare gli autori a partecipare a lezioni in classe, in presenza o via skype. Alcuni autori hanno disponibilità limitata o vivono all’estero: sono comunque disponibili, attraverso mail, chat o social media, a mantenere un dialogo diretto con le classi.

3) Programmare, scrivere, narrare, imparare. Lo staff e alcuni autori di Quintadicopertina possono a organizzare presso la vostra sede eventi di formazione sulla narrativa digitale e interattiva,  la programmazione, la creazione di epub e ebook rivolti agli insegnanti o all’intera classe.

PERCORSI

La collana PING THE WORLD – informazione dal mondo è stata pensata per fornire strumenti per lo studio della storia, della geografia e delle relazioni internazionali, legando il passato all’attualità, attraverso inchieste e reportage. Le parole dei giornalisti, che raccontano da posizioni privilegiate cosa sta accedendo oggi nel mondo, vengono integrate da schede di approfondimento, timeline storiche, analisi. Un esempio indicativo è Qui Siria, Clandestina ritorna a Damasco di Antonella Appiano.

Sotto la sigla EXPLAIN  sono raccolti i saggi editi da Quintadicopertina. Si tratta di una saggistica particolare, snella e veloce, anche in questo caso la narrazione tende a coinvolgere e raccontare, come nel caso di Deep Web la rete oltre Google,  di Carola Frediani, un viaggio nel web ‘non visibile agli occhi’ che rappresenta un ottimo spunto per parlare di rete, privacy e sicurezza.

Alcuni ebook editi da Quintadicopertina presentano una doppia versione italiano/inglese (Interactive Fiction & Ebooks di Enrico Colombini, i testi di poesia bi-lingue editi in collaborazione con editrice Zona). Rappresentano un’opportunità di leggere in lingua, potendo verificare la correttezza di quanto appreso.

Per i ragazzi fra i 9 e i 13 anni  il testo di Stefania Fabri Il segreto dell’Ultimo permette di giocare con la narrativa interattiva, di sperimentare aggiungendo i propri testi a quanto scritto dall’autrice, e di approfondire alcuni elementi del mondo della chimica. Per gli insegnanti che vogliano restare aggiornati sulle ultime novità editoriali in carta e digitale, si consiglia invece la lettura di LG Argomenti, periodico della Biblioteca per ragazzi DeAmicis di Genova.

Questi sono solo alcuni spunti: contattando la casa editrice ed esprimendo particolari richieste, potremo costruire assieme il percorso più adatto alla vostra classe.

07. ottobre 2014 by maria cecilia
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