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Start-up. Quando il digitale promuove la lettura

Per qualche settimana ospiterò su mio blog Ludovica Brunamonti, in Quintadicopertina ormai da diversi mesi, in attesa che abbia uno spazio tutto suo. M. Cecilia Averame

Dal 2014 il Salone del Libro di Torino si interessa ai percorsi che puntano al rinnovamento digitale attraverso un bando dedicato alle emergenti start-up nate da meno di 4 anni. Ogni anno 10 progetti internazionali che si muovono tra le nuove frontiere del libro digitale vengono ospitati gratuitamente all’interno dell’area “Book to the future”, nata nel 2011 con l’intento di promuovere le innovative tecnologie per la fruizione di contenuti. Durante il Salone tali realtà hanno l’occasione di mettersi in gioco, incontrare finanziatori, far conoscere il proprio percorso e conquistare il pubblico. In occasione di Digit, il festival del giornalismo digitale di Prato, Roberta Di Sabatino dal 2009 responsabile dell’Incubatore, l’area del Salone del Libro di Torino dedicata alle realtà editoriali presenti sul mercato da meno di 24 mesi, insieme al giornalista Vittorio Pasteris, presentano due dei progetti vincitori.

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La prima start-up si chiama Twletteratura e propone la riscrittura dei grandi classici nazionali e internazionali attraverso i 140 caratteri concessi da Twitter. La Luna e i Falò di Cesare Pavese, Orgoglio e Pregiudizi di Jane Austen, La Città Invisibile di Italo Calvino, i Promessi Spo625e2336a3caf7735c54e8d07c692c9d_400x400si di Alessandro Manzoni sono solo alcuni dei testi che vengono riassunti dagli utenti con queste pochissime parole. Quale modo migliore per invogliare alla lettura se non applicarla alle nuove tecnologie? Il progetto coinvolge anche molti giovani che se vogliono partecipare si trovano “costretti” a leggere i libri con notevoli risvolti didattici. Attraverso la piattaforma Betwyll l’insegnante ogni anno può riproporre la scrittura dello stesso testo, creando un proprio progetto personale. Roberta Di Sabatino a tal proposito parla “dell’importanza di un tipo di studio personalizzato dal momento che ogni studente è unico e ha passioni e competenze diverse da un altro. Inoltre sarebbe l’opportunità per insegnare un concetto fondamentale come la sintesi in maniera differente, attraverso gli strumenti che i ragazzi conoscono meglio”.

La seconda start-up è Libricity applicazione che geo-localizza le librerie che hanno aderito concedendo il catalogo. Usarla è molto semplice, l’utente inserisce il titolo che sta cercando, insieme alla città e Libricity segnala tutte le librerie che hanno a disposizione il libro. Ogni struttura si impegna a inviare giorUnknownnalmente gli aggiornamenti sui testi che per il momento si concentrano nei territori di Milano, Torino, Bergamo, Venezia e Udine. L’App è davvero appena nata e se dovesse avere il successo sperato si pensa a un’espansione verso eventi e libri in biblioteca attraverso lo stesso meccanismo. Per il momento il banco di prova sarà Bookcity in programma a Milano dal 22 al 25 ottobre, quando l’applicazione verrà utilizzata per la ricerca di eventi all’interno dell’iniziativa. Mentre il servizio, che nasce per agevolare l’accesso degli utenti all’universo dei libri è gratuito, le librerie, scaduti i 3 mesi di prova, dovranno decidere se sottoscrivere un abbonamento. Superata l’iniziale diffidenza l’App sta riscuotendo successo e sono molte le strutture che chiedono di iscriversi grazie al passaparola contattando direttamente l’azienda.

Quali sono gli ostacoli maggiori che simili realtà incontrano sul territorio? Prima di tutto l’impostazione “antica” che domina all’interno della filiera del libro. Roberta Di Sabatino parla di “problemi con i diritti sui volumi a causa della mancanza di una regolamentazione delle norme”, sottolineando che “i piccolo editori sono molto più aperti alla sperimentazione e alla divulgazione, mentre i grandi editori solitamente restii, insieme alle scuole spesso scettiche. Un peccato se si pensa alla strada che stanno percorrendo molte app, come quelle che insegnano le lingue straniere e persino il latino”. L’aspetto più interessante dell’impatto delle nuove tecnologie sulla filiera è rappresentato dal fatto che i progetti digitali nascono soprattutto in risposta a una domanda, dettata dalle esigenze dei lettori. Il problema maggiore resta quello della controinformazione, poiché il mercato veicola i libri e gli strumenti di più facile distribuzione attraverso le grandi catene.

(Ludovica Brunamonti)

21. ottobre 2015 by maria cecilia
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