Scuola: se i contenuti ce li mette la RAI?
Uno dei passaggi fondamentali quando si parla di scuola e digitale, di ebook, materiali auto-prodotti dagli insegnanti, utilizzo delle risorse in rete etc, riguarda la validazione dei contenuti.
I testi scolastici utilizzati nelle nostre scuole provengono (principalmente) da editori che li commercializzano dopo aver sostenuto un percorso che parte dall’autore/i, da redattori che lo revisionano, da grafici e tecnici che realizzano il necessario apparato iconografico, per indicare sommariamente i principali passaggi.
Ma nel momento in cui ‘libero’ il docente dal suo stretto utilizzo, chi mi assicura che i materiali che verranno utilizzati in aula -autoprodotti dal docente stesso, provenienti da materiale in rete o altrove, siano adeguati a parametri (e quali, poi) qualitativi, distribuiti con le apposite licenze nel rispetto della normativa sui diritti d’autore?
A dimostrazione del fatto che il problema è solo parziale (la difficoltà di fondo infatti resta quella di mettere a disposizione degli insegnanti gli strumenti e fornire le competenze adeguate per selezionare), è online in versione beta il portale RAI Scuola per creare e gestire autonomamente le proprie lezioni, utilizzando contenuti di diverso genere (testuale, audio, video, etc). L’insegnante potrà fare un mash-up selezionando nell’archivio video RAI o attraverso le fonti suggerite e disponibili, e mettere a disposizione di tutti il proprio corso digitale. La piattaforma non è ancora del tutto pronta (qualche funzione deve essere migliorata), ma il meccanismo è ben definito e l’utilizzo intuitivo. L’archivio video RAI è a disposizione degli insegnanti (e degli interessati), senza necessariamente dover passare dal vaglio di un editore tradizionale.
Questo sabato -4 ottobre- alle ore 10.00 sarò a La Spezia alla manifestazione Libriamoci per parlare di digitale e scuola con alcune classi di istituti superiori. Mi piacerebbe parlare di strade nuove, contenuti che non nascono per la scuola ma possono essere utilizzati durante le lezioni, o che potrebbero nascere per la scuola in modalità differenti da come abbiamo realizzato fino a oggi. Mostrare strumenti, e soprattutto ascoltare la scuola digitale immaginata dai ragazzi.