Intervista al sottoscritto in cui parlo di PÈCMÉN, librogame, generazioni, anni ’80

Come già scritto durante la recensione, ho letteralmente bisogno di un aiuto per sciogliere un nodo che da sempre c’è nel mio pensiero, figlio della mia ignoranza e dei miei limiti: come si sposano, come convivono un programmatore e uno scrittore? Nella mia idea uno è freddo e calcolatore, l’altro caldo ed emotivo… quindi, in soldoni, che analogie ci sono tra programmare e scrivere?

Io credo che il piacere della programmazione e il piacere della scrittura abbiano dei punti in comune. C’è in entrambi il lavoro su qualcosa che piano piano prende forma, composto di diverse parti che devono trovare tra di loro corrispondenze e che – alla fine – diventano un prodotto autonomo che “fa qualcosa” quando viene utilizzato. Scrivere codice è appassionante, ti consuma, ci pensi e ci ripensi, affini il codice, lo ottimizzi, editi e puoi lavorare a un progetto per anni, un po’ come avviene con la scrittura.

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08. settembre 2020 by fabrizio venerandi
Categories: digitale & analogico, Interactive Fiction, Le grandi interviste, Programmazione, videogame | Leave a comment

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